Preconcetto comune ( e giudizio di molti ) che questo libro laico, scritto da un laico di sinistra, sia una provocazione blasfema ed eretica (a tratti erotica) alle sacre scritture. Crocifisso al muro dalla censura di una moderna inquisizione, è stato guardato con sospetto dal mondo cattolico.
“Il Vangelo secondo Gesù Cristo” non è la trascrizione pedissequa del Vangelo dal punto di vista totalmente umano (e quindi blasfemo) di Gesù. E’ un magma organico e vivo, scritto in forma di racconto orale, che si interroga sui principi della religione cristiana e le sue insolute contraddizioni.
Sono le colpe dei padri a ricadere sui figli e Cristo, in quanto uomo, non è esente “dal peccato originale”. Rifiuta la sua condizione di agnello sacrificale e da uomo vorrebbe vivere ed amare.
Il suo rifiuto naturale e spontaneo a quello di ogni uomo che scopre il suo martirio e si chiede “Perché questa sofferenza?Perché a me?” Il libero arbitrio c’é ma nulla può sul disegno divino.
In questo libro di matrice metafisica ci si interroga sul concetto di religione e le logiche manichee della stessa, in un cosmo in cui Dio e il Diavolo solo due facce della stessa medaglia, perché non può esistere il bene senza il male, ma senza definire i confine tra i due.
Ciò che rimane alla fine è un profondo e lacerante compatimento umano per il Cristo e la sua storia, mai stata cosi vicina a quella di tutti noi. Una compassione reificata nel gesto di omissione del miracolo a Lazzaro, “perché nessuno merita di morire due volte”. Una compassione che rappresenta le fondamenta del credo cristiano.