Esportazione limitata di libri antichi

“Cos’è la bibliofilia? Narra la leggenda che Gerberto d’Aurillac, papa Silvestro II, il papa dell’anno mille, divorato dal suo amore per i libri abbia un giorno acquistato un introvabile codice della Farsaglia di Lucano, promettendo in cambio una sfera armillare in cuoio. Gerberto non sapeva che Lucano non aveva potuto terminare il suo poema, perché nel frattempo Nerone lo aveva invitato a tagliarsi le vene. Cosicché ricevette il prezioso manoscritto ma lo trovò incompleto. Ogni buon amatore di libri, dopo aver collazionato il volume appena acquistato, se lo trova incompleto lo restituisce al libraio. Gerberto, per non privarsi almeno di metà del suo tesoro, decise di inviare al suo corrispondente non la sfera intera, ma solo mezza.”

(Umberto Eco)

Umberto Eco, in questo estratto dalla lectio tenuta alla Fiera del libro di Torino (2007), illustra magistralmente il concetto di bibliofila.
Il mancato raggiungimento dell’apice di piacere è appunto per il bibliofilo l’avere tra le mani un’opera mutilata, anche se in minima parte. Il bibliofilo, infatti, trae godimento estremo (ed estraneo ai non facenti parte della categoria) nell’avere tra le mani l’oggetto, perfetto nella sua integrità e unicità, e che mai potrà avere a che fare con qualsiasi e-book.

Non che il bibliofilo non usufruisca delle piattaforme internet per la fruizione del libro e per la ricerca e acquisto dei beni librari. Il bibliofilo è infatti un collezionista votato alla ricostruzione e al mantenimento del patrimonio operistico antico, innamorato dell’oggetto che in alcuni casi non è nemmeno in grado di leggere (se si parla di testi in lingua antica) ma che custodisce e protegge dall’usura del tempo e da mani ignare del suo valore.

L’Italia è uno dei paesi con il più grande bene librario al mondo, e questo fa della nostra nazione motivo di interesse per acquirenti privati (bibliofili) o enti bibliotecari e museali. Il mercato estero, però, è “strozzato” dalla difficoltà nell’ottenimento della licenza di esportazione dei beni librari.

La camera dei Deputati, lo scorso 4 agosto, ha convertito il decreto-legge 19 Luglio 2015, n. 78 in legge, destituendo così le Regioni dalla libera gestione dei beni librari in materia di esportazione. Il servizio di rilascio delle licenze di esportazione non è dunque possibile per libri editi prima del 1965. Questa legge penalizza fortemente il mercato italiano, impossibilitandolo ad una libera concorrenza con gli altri stati Europei.

È importante sottolineare che l’Alai non metta in discussione la bontà della legge che potrebbe avere una sua giustificazione d’esistere. Si ricordino i fatti legati alla biblioteca dei Girolamini di Napoli, dove Marcello Dell’Utri e Marino Massimo De Caro furono condannati per aver trafugato centinai di libri antichi e preziosi. Certo, una questione molto diversa ma che riguarda anch’essa la gestione del patrimonio culturale del nostro paese e che induce quindi ad un’attenta riflessione sul tema.

Federica Cunego

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